(ANSA-AFP) – STOCCOLMA, 26 APR – La spesa militare globale ha
continuato a salire nel 2020, nonostante la pandemia di
Covid-19, sfiorando i 2.000 miliardi di dollari, a fronte di una
diminuzione importante del Pil mondiale. Lo rivela un rapporto
dell’Istituto di ricerca internazionale per la pace di Stoccolma
(Sipri).
L’anno scorso, la spesa militare sul pianeta è ammontata a
circa 1.650 miliardi di euro, con un aumento del 2,6% anno su
anno mentre il prodotto interno lordo globale è sceso del 4, 4%.
E nel 2019 era già stato raggiunto il livello più alto dalla
fine della Guerra Fredda.
L’aumento delle spese militari a fronte di un rallentamento
economico significa – osservano i ricercatori – che anche la
quota della spesa militare sul Pil i molti Paesi è aumentata: in
media di 0,2 punti in un anno in tutto il mondo, al 2,4%.Si
tratta – osserva il rapporto – del più grande aumento su base
annua dalla crisi finanziaria del 2009.
L’anno scorso, 12 paesi della Nato hanno speso almeno il 2%
del loro Pil per le loro forze armate – l’obiettivo fissato
dall’organizzazione, contro i nove del 2019. Tuttavia, se La
spesa militare è aumentata a livello globale, alcune nazioni
come il Cile o la Corea del Sud, hanno preferito reindirizzare
parte di quanto riservato in bilanio a questa voce di spesa per
rispondere alla crisi sanitaria. Altri Paesi, come l’Ungheria,
hanno invece deciso di aumentare la loro spesa militare “come
parte di un piano di stimolo in risposta alla pandemia”.
Il Paese che ha speso di più in questo campo – sottolinea
Diego Lopes da Silva, coautore del rapporto – è rimasto gli
Stati Uniti, con un aumento del 4,4%, a 778 miliardi di dollari
pari al 39% della spesa globale. Tre anni di aumenti
incoraggiati dalla presidenza Trump, anche se finora, osserva Da
Silva – la nuova amministrazione Biden “non ha dato alcuna
indicazione di tagliare le spese militari”. Dietro gli Stati
Uniti figura la Cina, con il 13% della spesa militare globale.
(ANSA-AFP).
Fonte Ansa.it