(ANSA – ROMA, 12 AGO – Quando gli 883 cantavano la gloria
dell’innocenza e la paura che venisse inghiottita dal mondo
brutale della mercificazione, annunciavano nel 1992 la presunta
fine di un’era. “Hanno ucciso l’Uomo Ragno, chi sia stato non si
sa/ Forse quelli della mala, forse la pubblicità”, così diceva
il refrain e a quel tempo il rischio che il mito del più giovane
eroe della Marvel fosse sulla via del tramonto era concreto.
Creato nell’agosto del 1962 da Stan Lee con la collaborazione
geniale del disegnatore Steve Ditko, il liceale Peter Benjamin
Parker (alias Spider-Man) vede la luce sul numero 15 della
collana “Amazing Fantasy” e ha diritto a una breve storia
apparentemente d’occasione. Il successo invece è travolgente e
il personaggio si conquista una testata tutta sua fin dall’anno
dopo. Resisterà per 700 numeri con alterne vicende, una crescita
e una trasformazione progressiva (specie dopo il polemico
abbandono di Ditko), ma dal 2012 i tentativi di rianimarne la
popolarità su carta sono costanti quanto sporadici.
La vera svolta avviene invece per merito del cinema dopo una
lunga stagione di serial televisivi e cartoon per ragazzi. Nel
2002 infatti esce lo “Spider-Man” di Sam Raimi, messo sotto
contratto dalla Sony-Columbia due anni prima per realizzare un
progetto fino a quel momento passato per troppe mani. Fin dagli
anni ’80 Stan Lee negoziava i diritti della sua creatura con
diverse case di produzione e molti registi avevano accarezzato
il progetto, da Tobe Hooper a David Fincher (che si vide
respinta una sceneggiatura già pronta), fino a James Cameron.
Per l’interprete si facevano i nomi di Tom Cruise o di Charlie
Sheen e perfino del giovanissimo Leonardo DiCaprio; la
produzione era passata dalla Carolco di Golan&Globus alla MGM
finché la Sony impose il suo marchio. Raimi concepì fin da
principio il progetto come un’epica trilogia dell’eroe comune
col volto da adolescente di Tobey McGuire.
Anche la versione per grande schermo ha trovato immediati
consensi, tanto che dopo il passaggio di mano di Raimi il
successo è rimasto inalterato fino al recente “No Way Home” di
Jon Watts e il ruolo produttivo di Marvel è diventato sempre più
significativo. (ANSA.
Fonte Ansa.it