Spotify, le impostazioni da cambiare per sentire meglio la musica

Spotify è una delle app di streaming musicale – e di recente anche podcast – più utilizzate al mondo, in certe regioni del pianeta è persino la più utilizzata in assoluto.

Saper governare a menadito uno strumento tanto potente e, soprattutto, utilizzato è fondamentale per trarre la migliore esperienza di ascolto in streaming possibile.

Ecco quindi su cosa intervenire per sentire meglio la musica in streaming su Spotify.

Il range di volume su Spotify

Come regolare il volume della musica in streaming è banale: basta premere i tasti volume su o volume giù presenti sul fianco di qualsiasi smartphone, Android o iPhone, per regolare il “frastuono” prodotto dalla musica.

La musica o un podcast però, nell’era dello streaming musicale, possono essere riprodotti ovunque e soprattutto in qualsiasi circostanza, dagli ambienti più silenziosi a quelli più rumorosi.

E non tutti sanno che Spotify dà la possibilità di regolare il volume del contenuto in riproduzione all’interno di un range che prescinde dal livello impostato attraverso i tasti del telefono: chi si mette spesso all’ascolto in ambienti rumorosi quale una metropolitana può aver bisogno di un volume mediamente più alto, mentre al contrario uno studente che trova la concentrazione con della musica classica in un ambiente silenzioso come una biblioteca tenderà in direzione opposta.

Spotify ha una regolazione apposita che semplifica il raggiungimento dell’optimum. Basta aprire l’app, toccare l’ingranaggio in alto a destra, selezionare la voce Riproduzione e individuare Livello volume.

Tre le opzioni disponibili: Alto, Normale o Basso, con la stessa app ad avvertire che “Il volume molto alto può incidere negativamente sulla qualità dell’audio. Le modalità Normale o Basso non hanno alcun effetto sulla qualità dell’audio”.

Regolare l’equalizzatore su Spotify

spotify equalizzatore

Chi ascolta jazz, podcast o musica classica, per riprendere l’esempio fatto in precedenza, non solo di solito non gradisce delle frequenze basse dominanti, ma può pure trovarle fastidiose.

All’opposto, chi ascolta spesso musica elettronica o hip hop, può preferire una curva d’ascolto meno protesa verso le frequenze alte. È una questione di gusti, di esigenze e di preferenze, diverse per ogni utente, alle quali Spotify propone una soluzione ad hoc.

È l’equalizzatore integrato nell’app, uno strumento che consente di cucirsi addosso l’esperienza d’ascolto come un abito sartoriale. E poco importa se non foste dei tecnici del suono e neanche aspiraste ad esserlo, perché Spotify ha messo a punto dei preset già “confezionati” per fornire una regolazione dell’audio e delle sue frequenze a chi non avesse voglia o le competenze per costruirsela da sé.

Basta aprire l’app di Spotify, toccare l’ingranaggio in alto a destra, selezionare la voce Riproduzione e poi Equalizzatore. In questa pagina si hanno due possibilità: regolare manualmente i singoli gruppi di frequenze nel grafico a sei punti della porzione alta – dove a sinistra ci sono le frequenze basse, al centro quelle medie e a destra quelle alte – oppure scegliere una delle molteplici regolazioni predefinite proposte nella sezione inferiore sulla base del genere dei contenuti che si ascoltano più di frequente.

E ci si può sbizzarrire con i tentativi, anche manuali: toccando la voce Piatto dell’elenco in basso, l’equalizzatore di Spotify torna piatto, quindi all’impostazione di predefinita.

Regolare la qualità dello streaming su Spotify

spotify qualità bitrate

Spotify dà all’utente pure l’opportunità di stabilire la qualità dello streaming musicale. L’applicazione fornisce quattro diverse opzioni, dodici in totale se si considera la possibilità di definire un determinato livello qualitativo dello streaming a seconda che si sia connessi tramite la rete dati cellulare oppure ad una rete Wi-Fi, e i settaggi relativi ai brani salvati in memoria.

L’impostazione risulta particolarmente utile tanto a coloro che avessero un piano telefonico particolarmente avaro di “Giga” o un dispositivo senza troppo spazio di archiviazione, quanto a coloro che potessero apprezzare la massima qualità d’ascolto grazie a un supporto di destinazione in grado di riprodurre i dettagli anche minimi, ad esempio un paio di cuffie ad altissima qualità o un impianto Hi-Fi da centinaia o migliaia di euro.

Per regolare la qualità streaming di Spotify basta aprire l’app, toccare l’ingranaggio in alto a destra, selezionare la voce Qualità dell’audio e selezionare la voce che più si preferisce nei sotto menu Streaming Wi-Fi, Streaming cellulare e Download.

Di default, l’impostazione predefinita per le prime due è Automatica, che regola il flusso sonoro sulla base della larghezza di banda, in altre parole la qualità del suono in base alla velocità della connessione ad Internet, mentre per la terza è Normale.

Chi invece volesse intervenire sulla qualità dei brani scaricati, può selezionare una delle tre voci: Bassa, Normale o Alta, a seconda del quantitativo di dati che si vuole impegnare.

Il sottomenu Download consta di quattro opzioni: Bassa, Normale, Alta e Molto alta, per chi è abbonato a Spotify Premium.

Fonte Fastweb.it

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