(ANSA) – MILANO, 06 GIU – Prosegue l’anno di ottimizzazione
delle aziende tecnologiche. A fare i conti con le difficoltà
economiche è ancora una volta Spotify, che dopo i tagli di
gennaio licenzierà altre 200 persone. Come spiega in una nota
diffusa online, Sahar Elhabashi, vicepresidente e responsabile
della divisione Podcast Business, ad essere coinvolto è il 2%
della forza lavoro della piattaforma destinata all’unità
podcast. A gennaio, Spotify aveva licenziato circa 600
lavoratori, ossia il 6% delle risorse a livello globale. La
mossa, decisa per ottimizzare la gestione dei podcast riducendo
le uscite, porterà sotto lo stesso tetto Parcast e Gimlet, i due
network di produzione di contenuti digitali e podcast, acquisiti
nel 2019, che si uniranno alla divisione Spotify Studios.
“Stiamo espandendo i nostri sforzi di partnership con i
principali podcaster di tutto il mondo con un approccio su
misura ottimizzato per ogni programma e creatore. Questo perno è
fondamentale per avere una proposta più uniforme, che ci
consentirà di supportare meglio la comunità dei creatori” ha
scritto Elhabashi. Sempre a gennaio erano arrivate le dimissioni
del chief content officer Dawn Ostroff, che durante la sua
permanenza in Spotify aveva aumentato, di circa 40 volte, la
proposta di podcast sul servizio di streaming, portandolo quasi
al pari della musica. Negli ultimi mesi non sono mancati
problemi con i contenuti in sé, come lo show The Joe Rogan
Experience, accusato di veicolare disinformazione sul tema dei
vaccini contro il Covid-19. (ANSA).
Fonte Ansa.it