(ANSA) – ROMA, 23 APR – Gli Stati Uniti hanno completato
l’evacuazione del personale della loro ambasciata in Sudan. Lo
riportano i media americani citando alcune fonti, secondo le
quali anche le famiglie del personale dell’ambasciata sono state
evacuate. L’evacuazione è avvenuta in coordinamento con le Forze
di
supporto rapido (Rsf). “Oggi, su mio ordine, l’esercito degli
Stati Uniti ha
condotto un’operazione per evacuare il personale del governo
americano”, ha dichiarato il presidente Biden in un comunicato,
chiedendo anche lo “stop” alle violenze “insensate”.
Diversi Paesi stranieri, tra cui l’Italia, stanno preparando
l’ evacuazione di migliaia di loro concittadini, anche se il
principale aeroporto del Sudan rimane chiuso. L’Rsf ha promesso “piena cooperazione con tutte le missioni diplomatiche, fornendo
tutti i mezzi di protezione necessari e garantendo il loro
ritorno sicuro nei loro Paesi”. Il gruppo in precedenza si era
detto pronto ad aprire “parzialmente” “tutti gli aeroporti” in
Sudan per evacuare i cittadini stranieri. Non è stato possibile
verificare quali aeroporti controlla Rsf.
I combattimenti hanno provocato centinaia di morti e migliaia
di feriti, mentre i sopravvissuti devono far fronte alla carenza
di elettricità e cibo.
Ieri, il ministero degli Esteri dell’Arabia Saudita ha
annunciato “l’arrivo sicuro” di 91 dei suoi cittadini insieme ad
altri provenienti da Kuwait, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Egitto,
Tunisia, Pakistan, India, Bulgaria, Bangladesh, Filippine,
Canada e Burkina Faso.
Mentre le forze navali del regno trasportavano i civili
attraverso il Mar Rosso da Port Sudan a Jeddah, i combattimenti
sono ripresi nella capitale del Sudan Khartoum dopo una tregua
temporanea. I combattimenti tra il gruppo paramilitare e l’esercito sono
entrati nella seconda settimana dopo una breve pausa. Più di 150
persone di varie nazioni avevano già raggiunto l’Arabia Saudita
in una prima evacuazione di civili. (ANSA).
Fonte Ansa.it