La creatività è quella dote innata che permette di pensare a qualcosa di assolutamente stupefacente, di nuovo, che esca dagli schemi a cui siamo abituati. È un dato di fatto, la creatività è un utile alleato anche sul lavoro.
Negli ultimi anni la creatività è diventata una vera e propria aspirazione lavorativa, ancor di più la creatività digitale, tanto da spingere molte aziende a promuovere tra i propri dipendenti corsi ed esperienze per permettere loro di riscoprire o aumentare la propria creatività.
Gli scopi sono molti: dall’utilizzo del pensiero divergente per trovare strade diverse e assolvere i propri compiti, all’avere una visione più ampia nel proprio lavoro.
Ma come sviluppare la creatività? Uno dei metodi più efficaci è attraverso la meditazione. La meditazione è una pratica che, grazie ad una serie di esercizi, ha come fine quello di concentrarsi su sé stessi.
Diversi studi nel campo delle neuroscienze hanno provato che la mindfulness ha effetti benefici sul corpo e sulla psiche dell’individuo, cambiando il modo in cui il suo cervello lavora.
I benefici della meditazione sul processo creativo
Vediamo nel dettaglio cos’è la mindfulness e come opera. L’obiettivo primario della meditazione è concentrare l’attenzione su sé stessi o sull’ambiente esterno, in base alla tipologia di meditazione a cui ci si vuole dedicare. Questo processo permetterebbe di raggiungere un maggior livello di consapevolezza e di calma interiore.
Molte ricerche mostrano che alcuni elementi chiave della meditazione stimolano effettivamente la creatività, mentre altri non riescono in questo intento. Qual è quindi lo stile di meditazione più adatto a chi vuole dare un booster alla propria creatività?
Uno degli studi più importanti e decisivi è stato condotto nel 2012 da LorenzaColzato, psicologa cognitiva olandese. Il suo team di ricerca ha preso in esame un gruppo di individui che hanno testato due diverse tipologie di meditazione mindfulness: l’open-monitoring e la focused attention. Dopo ogni sessione di meditazione, i soggetti hanno risposto a dei questionari per determinare il loro livello di abilità in diverse capacità cognitive.
Quello che Colzato ha scoperto è che la meditazione open-monitoring era molto più efficiente nello stimolare il pensiero divergente, fattore chiave per la stimolazione della creatività.
Non sorprende invece che lo studio abbia dimostrato che la meditazione di tipo focused-attention fosse connessa in maniera più forte al pensiero convergente, che è un elemento importante per ridurre le opzioni disponibili e formulare una soluzione su cui lavorare successivamente. È importante ricordare però che oggi le forme più comuni di meditazione mindfulness utilizzano una miscela di entrambi gli approcci.
Due anni dopo un altro psicologo olandese, Matthias Baas, espanse il lavoro di Colzato e dimostrò l’importanza di specifiche capacità di mindfulness nel processo creativo. Le capacità individuate erano l’osservazione, il comportarsi con consapevolezza, la capacità di descrizione e l’accettazione senza dare giudizi.
Nello specifico, l’osservazione è l’abilità di esaminare fenomeni interni come sensazioni del corpo, pensieri ed emozioni, oltre a stimoli esterni come i suoni o gli odori. Vivere con consapevolezza vuol dire fare e intraprendere attività con attenzione assoluta. La descrizione è data invece dall’abilità di descrivere fenomeni senza analizzarli concettualmente, mentre accettare senza giudicare si traduce nel non soppesare e valutare l’esperienza del presente.
Un’altra scoperta molto importante è che gli individui con alti punteggi nel campo dell’osservazione risultavano essere estremamente creativi. Questa capacità, che viene esaltata dalla meditazione open-monitoring, non solo migliora il lavoro svolto dalla nostra memoria, ma aumenta anche la flessibilità cognitiva.
Aumentare la Concentrazione
Come visto prima, le tecniche di meditazione mindfulness aiutano ad aumentare la concentrazione dell’individuo sullo stato presente delle cose. Anche il Dipartimento di Psichiatria della Yale University School of Medicine è convinto della potenza della mindfulness per la concentrazione. Grazie agli studi condotti a Yale, infatti, si è visto come alcune tecniche di meditazione riescano a spegnere una determinata parte del cervello denominata DMN, ossia Default Mode Network.
La DMN è considerata responsabile di quel cosiddetto brusio di sottofondo che ognuno di noi ha sperimentato mentre facciamo le attività più disparate.
Una sorta di pensieri in sottofondo che non ci permettono di concentrarci appieno. Basti pensare che la DMN lavora per circa metà del tempo della veglia e può disturbare tanto da creare pensieri scomodi e preoccupazioni che possono sfociare in ansia e depressione.
Grazie a risonanze magnetiche, lo studio ha mostrato che attraverso la meditazione i soggetti più esperti riuscivano a spegnere l’attività cerebrale di questa parte di cervello. Queste conseguenze sono state riscontrate anche diverso tempo dopo le sedute di meditazione, portando a pensare che i benefici non siano solo temporanei, ma di lunga durata.
Favorire il Pensiero Divergente
La meditazione permette anche di sviluppare il pensiero divergente, ossia quella capacità di utilizzare strade diverse per risolvere problemi, senza farsi ingabbiare da abitudini e rigidi schemi mentali. Uno studio pubblicato nel 2014 da un’Università olandese, ha appurato che anche solo 10 minuti di meditazione stimolano il processo creativo e riescono ad aumentare la creatività di chi pratica.
Gli studenti oggetto dell’esperimento sono stati divisi in tre gruppi, ma solo uno ha praticato la meditazione. Successivamente gli è stato richiesto di fare brainstorming: i soggetti che avevano meditato hanno esposto idee più chiare che spaziavano tra ambiti molto diversi rispetto agli altri due gruppi. Avevano acquisito, quindi, un pensiero divergente più sviluppato degli altri studenti.
Guida pratica alla Meditazione per lo sviluppo della propria Creatività
Ma come meditare e per quanto tempo per ottenere questi risultati? Dopo aver indossato vestiticomodi, trovare un postotranquillo, ma non necessariamente silenzioso. L’importante è che non si venga interrotti. Si consiglia anche di decidere prima quanto tempo si vuole meditare e si può scegliere di praticare anche discipline come lo yoga.
Gli esperti possono arrivare a due sessioni giornaliere di venti minuti, ma è bene iniziare con una seduta al giorno della durata di cinque minuti.
Distendere i muscoli con un po’ di stretching, assumere una posizione per noi comoda, per esempio seduti a gambe incrociate, il cosiddetto fiore di loto. Chiudere gli occhi e concentrarsi sul proprio respiro, o su una specifica parte del corpo. E iniziare così la propria seduta di meditazione mindfulness.
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Fonte Fastweb.it