(ANSA) – PECHINO, 23 SET – La domanda di Taiwan di adesione
all’Accordo globale e progressivo per il partenariato
transpacifico (CPTPP), il patto di libero scambio evoluzione
dell’ex TPP, è “a rischio” se la Cina, che ha fatto un’analoga
mossa il 16 settembre, dovesse unirsi prima.
Il capo negoziatore commerciale di Taipei, John Deng,
confermando il deposito della richiesta fatto ieri alla Nuova
Zelanda, depositaria dell’intesa, ha ricordato che Pechino “ha
sempre cercato di ostacolare la partecipazione” dell’isola a
livello internazionale. Deng, escludendo collegamenti diretti
con la domanda cinese della scorsa settimana, ha aggiunto,
secondo i media locali, che Taiwan, un importante produttore di
semiconduttori, ha chiesto di aderire con il nome che usa
all’Organizzazione mondiale del commercio (Wto): il territorio
doganale separato di Taiwan, Penghu, Kinmen e Matsu. Taipei fa
parte del Wto e del gruppo di cooperazione economica
Asia-Pacifico (APEC). Deng ha affermato di non essere in grado
di prevedere quanto potrebbe durare il porcesso di adesione.
Taiwan è esclusa da molti organismi internazionali perché la
Cina considera l’isola una sua provincia da riunificare, se
necessario anche con la forza.
Il CPTPP collega Canada, Australia, Brunei, Cile, Giappone,
Malesia, Messico, Nuova Zelanda, Perù, Singapore e Vietnam e,
nel piano originario, includeva gli Usa, promotori
dell’iniziativa con il nome di TPP (Trans-Pacific Partnesrship)
durante l’amministrazione americana di Barack Obama. Il patto,
considerato un importante contrappeso economico alla crescente
influenza della Cina, fu abbandonato da Donald Trump nel 2017,
al suo ingresso alla Casa Bianca. (ANSA).
Fonte Ansa.it