Il 39,5% delle famiglie ritiene che la tecnologia “facilita la vita in famiglia” ed è disposta a spendere, per device e abbonamenti, dai 65 ai 75 euro al mese, perché gli acquisti digitali sono ormai considerati, in tutte le fasce di reddito, un “bene necessario” esattamente come il pane e gli articoli di prima necessità. Lo afferma il Cisf Family Report 2022 sulla base di una ricerca realizzata, col il patrocinio di Fondazione Cariplo, su un campione di oltre 2mila famiglie con figli, sui cambiamenti originali dalla pandemia.
L’arrivo del virus ha, prima di tutto messo alla prova le relazioni e cambiato il modo di utilizzare il digitale in famiglia (sempre meno da soli, one-to-one, e sempre più insieme, many-to-many), ormai considerato fondamentale per la vita quotidiana, anche se resta ambivalente nella sua pervasività, che a volte abbatte i confini tra privato e pubblico, tra lavoro e svago, tra piacere e costrizione. Se, infatti, i “tecnoentusiasti” ritengono che la tecnologia “aiuta i rapporti sociali” (23,7% del campione), rimane una quota di famiglie che sente che essa “imprigiona” (15,9%) e “rovina i rapporti” (20,8%). D’altra parte, sempre più spesso le famiglie utilizzano insieme i media digitali (il 35,4% la messaggistica come Whatsapp e Messenger; il 28,5% i Social come Facebook, Instagram e TikTok; il 36,1% le piattaforme video come YouTube; il 26,1% le piattaforme per videochiamate come Zoom o FaceTime, percentuali che si alzano ulteriormente se si considera il consumo “sia da soli che in famiglia”). Ci sono poi nuove abitudini che incidono sul bilancio familiare: in questo caso il campione si spacca a metà, e a fronte di un 56,2% che dichiara che la spesa per il digitale è rimasta invariata, oltre il 40% la definisce “aumentata” (32,3%) e “significativamente aumentata” (8%).
Fonte Ansa.it