(ANSA) – CANNES, 15 LUG – Non sono i ‘colpi del destino’
della terza sinfonia di Beethoven, ma colpì molto più forti,
poco musicali, veri boati che sente la protagonista di MEMORIA
del tailandese Apichatpong Weerasethakul, ovvero Jennifer (Tilda
Swinton) coltivatrice di orchidee in visita a sua sorella malata
a Bogotà.
E questi colpi non sono le sole strane cose che accadono in
questo film, in corsa in questa 74/ma edizione del Festival di
Cannes, non a caso firmato da un regista abituato a lavorare in
una prospettiva antropologica e metafisica alla stesso tempo
alla ricerca delle voci della natura come del senso della vita e
dei suoi segni.
Sconvolta da questi suoni, che sembrano venire dal centro
della terra, la donna ne cerca ossessivamente il significato
anche per liberarsene: non riesce infatti più a dormire.
Va così da un ingegnere musicale e musicista (Elkin Diaz) per
ricostruire lentamente e fedelmente il suono e incontra anche un
archeologo francese (Jeanne Balibar) con il quale fa amicizia.
A Bogotà viene a sapere di una tribù brasiliana, ‘gli
invisibili’, che evitano il contatto con gli altri e assiste poi
a una sinfonia di allarmi, di auto e di appartamento, che
suonano e tacciono all’unisono. (ANSA).
Fonte Ansa.it