(ANSA) – ROMA, 06 GIU – La seconda parte dello show Netflix ‘Lupin’, rivisitazione moderna del classico di Maurice Leblanc,
con uno strepitoso e ironico Omar Sy come protagonista,
debutterà l’11 giugno, regalando ai fan un finale che era stato
negato. Assane Diop (Sy), che nelle prime cinque puntate ha
derubato i potenti Pellegrini di quella stessa collana per cui
suo padre è stato ingiustamente incarcerato, nell’ultima puntata
si è trovato a inseguire il figlio adolescente in un finale al
cardiopalma.
“Assane – spiega Omar Sy – ha problemi sia a essere un figlio
che a essere un padre. Quando si concentra sulla vendetta di suo
padre, agisce in modo un po’ infantile e si sottrae alla sua
responsabilità di padre, e quando trascorre del tempo con suo
figlio, si dimentica in una certa misura della sua ricerca di
vendetta”.
Torna l’11 giugno in tutti i Paesi in cui il servizio è
attivo la serie francese originale che è stata al primo posto
nella Top 10 del colosso streaming in più di dieci mercati. La
rivisitazione delle avventure del celebre ladro gentiluomo, con
la superstar di Quasi Amici, è diventata uno dei titoli più
visti (e apprezzati) su Netflix, pronto a soddisfare le attese
del suo pubblico con 5 nuovi episodi. Nel cast, anche Hervé
Pierre, Nicole Garcia, Clotilde Hesme, Ludivine Sagnier, Antoine
Gouy, Shirine Boutella e Soufiane Guerrab. La serie è stata
creata da George Kay in collaborazione con François Uzan ed è
diretta da Ludovic Bernard (episodi 6 e 7) e Hugo Gélin (episodi
8, 9 e 10).
Omar Sy interpreta una versione particolare di Lupin,
determinato a vendicarsi delle persone che hanno incastrato il
padre per un reato grave, quando lui era solo un ragazzino.
Tanti anni dopo Assane utilizzerà il libro di Maurice Leblanc su
Lupin, che il padre gli ha regalato per vendicarsi. La chiave
del successo di questa serie per Omar Sy è sicuramente la scelta
di farne un adattamento: “Nel personaggio di Maurice Leblanc
c’era lo spirito del suo tempo: i suoi racconti ne erano
impregnati tanto che risultano una fotografia molto chiara della
società di allora. Noi ci siamo detti: facciamo la stessa cosa,
sprofondiamolo nel presente”. (ANSA).
Fonte Ansa.it