Tribunale Milano, ‘Cav assolto perché ragazze andavano indagate’

(ANSA) – MILANO, 15 FEB – Le giovani ex ospiti delle serate
di Arcore, sentite nei 2 processi sul caso Ruby, “non potevano
legittimamente rivestire l’ufficio pubblico di testimone”,
perché andavano indagate già all’epoca e sentite come testi
assististe da avvocati. Non essendoci più le false
testimonianze, in sostanza, cade anche la connessa accusa di
corruzione in atti giudiziari perché manca “l’ipotizzato
corruttore, nel caso di specie Berlusconi”. Lo scrive il
presidente del Tribunale di Milano Fabio Roia in una nota in cui
anticipa il cuore delle motivazioni della sentenza di
assoluzione per tutti nel Ruby ter, che i giudici depositeranno
tra 90 giorni.
    Sulla base “degli elementi di fatto” che “verranno
dettagliatamente illustrati nella motivazione della sentenza, il
Tribunale ha accertato – scrive Roia in una lunga nota – che le
imputate Amarghioalei, Barizonte, Berardi, Bonasia, Cipriani, De
Vivo Concetta, De Vivo Eleonora, El Mahroug, Espinosa, Faggioli,
Ferrera Marianna, Ferrera Manuela, Loddo, Garcia Polanco,
Guerra, Rigato, Skorkina, Sorcinelli, Toti, Trevaini e Visan non
potevano legittimamente rivestire l’ufficio pubblico di
testimone nei procedimenti” Ruby e Ruby bis “perché
sostanzialmente indagate di reato connesso”. Gli indizi “non
equivoci a loro carico risultavano dagli atti dei procedimenti
in cui le stesse sono state escusse come testimoni”. Questo
accertamento, si legge, “sulla qualità soggettiva in capo alle
imputate dei reati contestati incide sulla stessa possibilità di
configurare sia la falsa testimonianza che la corruzione in atti
giudiziari”. (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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