Prosegue il lavoro di monetizzazione di Twitter portato avanti dal nuovo amministratore delegato Elon Musk. Arriva la conferma che gli sviluppatori dovranno pagare per accedere all’interfaccia di programmazione del social, in gergo Api, qualora volessero integrare funzionalità di Twitter nei loro progetti. Finora, l’accesso gratuito alle Api aveva permesso a tante aziende di lanciare applicazioni parallele a quella ufficiale, come Tweetdeck, molto utilizzata dai social manager per le potenzialità di analisi e controllo multiplo degli account. Non a caso, qualche giorno fa proprio TweetDeck e software simili avevano smesso di funzionare, senza una motivazione ufficiale da parte del social network principale.
Ora si sa che quel malfunzionamento non era stato altro che un blocco generalizzato e voluto alle sue Api, da parte di Twitter.
L’account Twitter Dev, che posta le novità per gli sviluppatori, ha scritto che dal 9 febbraio saranno chiusi tutti gli accessi alle interfacce gratuite di programmazione. In tale occasione, il social renderà noto un piano basilare in abbonamento, per continuare a utilizzare le Api e dunque permettere a software terzi di continuare a funzionare. Le cosiddette Application Programming Interface, consentono nel caso di Twitter di recuperare e analizzare i dati pubblici, che possono essere usati per creare bot programmabili e applicazioni separate connesse alla piattaforma. Se la compagnia non ha rivelato il costo del prossimo servizio a pagamento, a febbraio del 2022, sul sito dedicato TwitterCommunity, si parlava di una base di partenza di 99 dollari al mese, con un incremento a seconda del livello di accesso richiesto.
Fonte Ansa.it