Zakaria Atquaoui, il 23 enne reo
confesso dell’omicidio della ex fidanzata Sofia Castelli, 20
anni, accoltellata a morte sabato all’alba nella sua abitazione
di Cologno Monzese (Milano), è stato formalmente accusato di
aver premeditato il delitto. Lo ha confermato all’ANSA il
Procuratore di Monza Claudio Gittardi.
L’aver rubato le chiavi del suo appartamento, l’essere
entrato e nascosto per attenderla al rientro e l’aggressione
mentre dormiva sono valsi al giovane un’accusa ancor più grave.
“Le ho sentite parlare di ragazzi e mi sono arrabbiato”. Così
Zakaria Atquaoui ha spiegato perché quando Sofia Castelli si è
addormentata dopo una serata in discoteca con un’amica, è uscito
fuori dall’armadio di casa sua dove si era nascosto e l’ha
accoltellata a morte. Lo ha detto agli inquirenti dopo essere
stato fermato, qualche ora dopo il delitto, sabato mattina a
Cologno Monzese (Milano).
Il killer ha raccontato di essersi presentato a casa di
Sofia la mattina di venerdì, con la scusa di portarle dei dolci,
e di aver preso un mazzo di chiavi che era appeso al muro
uscendo, vicino alla porta del suo appartamento, e che lui
sapeva dove trovare. Poi ha detto di aver atteso che la giovane
rientrasse dalla discoteca dove era andata con alcuni amici,
dopo essersi introdotto in casa sua usando quelle stesse chiavi.
Quando si è accorto che Sofia era rientrata senza alcun ragazzo,
ma in compagnia della sua amica, è rimasto nell’armadio ad
ascoltare la loro conversazione. Ha detto di averle sentite
chiacchierare della serata, nominare alcuni giovani, e di
essersi per questo “ingelosito e arrabbiato”, anche se lo ha
dettagliato in modo abbastanza “confuso”. Ha poi ammesso di aver
atteso che Sofia dormisse profondamente e di averla aggredita,
usando un coltello da bistecca preso dalla sua cucina,
precisando che lei ha avuto “una reazione minima”, perché è
stata sorpresa nel sonno.
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Fonte Ansa.it