(ANSA) – ROMA, 25 MAR – L’ordine del giorno per portare la
spesa militare al 2% del pil “mette in crisi la maggioranza come
ogni volta che si parla di cose concrete, come la riforma del
catasto. Le spese che chiede la Nato per partecipare alla difesa
collettiva sono al 2% del Pil e noi siamo all1’6%, ma non
attraverso l’esercito europeo, che oggi è una utopia, ma come
spese nazionali”. Lo ha detto il leader di Azione, Carlo
Calenda, a Radio Anch’io, su Radio Rai Uno. “Il fatto di essere
dignitosamente armati scoraggia la guerra non l’aiuta”. “Gli
investimenti in difesa sono tutti posti di lavoro in Italia”, ha
aggiunto. (ANSA).
Fonte Ansa.it