“Nessun contatto prima, nessuna
spiegazione dopo”. Lo dice il portavoce della Commissione
Europea Eric Mamer a proposito del viaggio in Cina di Viktor
Orban. Rispondendo alla domanda di un giornalista cinese a
proposito dello “scetticismo” verso il tentativo di mediazione
del premier ungherese, Mamer ha detto: “La mediazione per
definizione richiede due parti e nessuna delle due parti, né
l’Ucraina né la Russia, gli ha chiesto di mediare”.
Venti Paesi membri dell’Ue intendono domani affrontare
l’Ungheria al Coreper (Comitato dei rappresentanti permanenti,
organo del Consiglio dell’Unione europea) dopo le missioni di
pace in solitaria di Orban. L’accusa – a
quanto si apprende – è quella di slealtà.
Il primo ministro ungherese, infatti, in alcune delle sue
dichiarazioni a Mosca “è andato direttamente contro le
conclusioni del Consiglio Europeo”. “Come si concilia con il
principio di leale cooperazione?”, si domanda un diplomatico.
“La Polonia è scatenata”, assicura un’altra fonte.
Gli Stati vogliono inoltre inviare un messaggio “chiaro”
riguardo alla deliberata confusione generata da Orban tra
l’operare come leader di un singolo Paese e a nome della
presidenza. E ancora, secondo fonti diplomatiche interpellate
sulla riunione degli ambasciatori dell’Ue di domani, Orban “sta
trollando e facendo giochetti”, le sue intenzioni “sono chiare a
tutti i membri del Consiglio Ue, ma potrebbero esserci
conseguenze negative o confusione sul piano internazionale”. Per
questo “è importante la nuova discussione al Coreper: vogliamo
mostrargli un cartellino giallo e dire che abbiamo capito i suoi
giochi o le sue cavolate”. “Non c’è un piano di pace di Orban,
c’è il progetto di guerra di Putin”, osservano al riguardo le
stesse fonti sottolineando l’intenzione, al prossimo Coreper, di “inviare un chiaro segnale che Orban non rappresenta l’Ue o il
resto degli Stati membri dell’Ue”.
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Fonte Ansa.it