(ANSA-AFP) – MILANO, 25 MAG – Un gruppo di legislatori
democratici statunitensi ha chiesto a Google di interrompere la
raccolta di dati sulla posizione degli smartphone che potrebbero
essere utilizzati per identificare le donne che hanno abortito.
La mossa arriva dopo i timori che la Corte Suprema degli Stati
Uniti stia considerando di ribaltare una sentenza storica del
1973 che garantisce l’accesso all’aborto a livello nazionale.
“Siamo preoccupati che, in un mondo in cui l’aborto potrebbe
essere reso illegale, l’attuale pratica di Google di raccogliere
e conservare ampi archivi di dati sulla posizione dei telefoni
cellulari consentirà di diventare uno strumento per gli
estremisti di estrema destra che cercano di reprimere le persone
che cercano assistenza sanitaria”, si legge nella lettera
firmata dai senatori Elizabeth Warren e Bernie Sanders insieme
alla deputata Alexandria Ocasio-Cortez e altri 40 legislatori, e
diretta al Ceo di Google, Sundar Pichai.
I firmatari ricordano che Google ha ricevuto 11.554 domande
di accesso ai dati georeferenziati nel 2020, una “pratica” che,
a seguito del crescente dibattito sull’aborto negli Stati Uniti,
potrebbe aumentare ulteriormente, arrivando a concedere le
posizioni approssimative degli utenti in un determinato momento.
La lettera distingue anche l’operato dei due principali colossi
americani, Google ed Apple. “Apple ha dimostrato che non è
necessario che le aziende di smartphone conservino database di
tracciamento invasivi delle posizioni dei loro clienti. La
scelta intenzionale di Google in tal senso sta creando un nuovo
divario digitale, in cui la privacy e la sicurezza sono
diventate un lusso”. La scorsa settimana, 16 democratici Usa
hanno inviato una lettera al presidente della Federal Trade
Commission, Lina Khan, esortando l’agenzia a proteggere la
privacy di coloro che cercano assistenza sanitaria per l’aborto.
(ANSA-AFP).
Fonte Ansa.it