(ANSA) – NEW YORK, 29 OTT – Torture e abusi sessuali durante
gli interrogatori. Per la prima volta un detenuto di Guantanamo,
il carcere antiterrorismo americano a Cuba, parla pubblicamente
delle pratiche usate nei cosiddetti ‘Black Site’ della Cia dove,
in violazione della normativa ‘Habeas corpus’ (contro le
detenzioni arbitrarie) venivano condotti ‘interrogatori
avanzati’, equiparabili appunto alla tortura.
A parlare è Majid Khan, un ex residente di Baltimora
ingaggiato come corriere da al-Qaeda, durante un’udienza in cui
i giurati devono decidere sulla sua condanna per crimini di
guerra. Khan ha detto di essere stato appeso nudo ad una trave
del soffitto, tenuto sveglio per giorni con l’acqua ghiacciata,
sottoposto a waterboarding, picchiato, costretto alla fame e
abusato sessualmente.
Se condannato, il detenuto rischia fino a 40 anni di
carcere. Con un patteggiamento la sentenza potrebbe essere
ridotta a 11 anni, ma visto che è in prigione dal 2012, con uno
sconto di pena potrebbe essere libero già dall’anno prossimo e
trasferito in un altro Paese che non sia il Pakistan, di cui
possiede la cittadinanza. (ANSA).
Fonte Ansa.it