Valeria Golino, a Citto Maselli devo tutto

(ANSA) – ROMA, 21 MAR – “Un mentore, una guida, devo tutto a
lui”: Valeria Golino all’ANSA ricorda con affetto Citto Maselli,
il regista scomparso oggi che nel 1986 la portò alla Mostra del
cinema di Venezia con Storia d’amore, Leone d’argento e per lei
giovanissima la Coppa Volpi. Golino è sul set della sua prima
serie, L’arte della gioia, per Sky che dirige da settimane e le
vengono in mente coincidenze incredibili. “Questa serie – dice
in una pausa dal set – L’arte della gioia è tratta da un’opera
di Goliarda Sapienza che per 18 anni è stata la compagna di
Citto. E’ protagonista – con Jasmine Trinca e Guido Caprino, ndr
– una giovane attrice, Tecla Insolia che sembra me all’epoca di
Storia d’amore e a lei cerco di inculcare tutto quello che so,
con generosità proprio come lui ha fatto con me sapendo di avere
davanti in Tecla un talento portentoso. E io oggi ho l’età che
lui aveva quando diresse me ragazzina, che aveva fatto solo un
film prima, Piccoli Fuochi con Peter Del Monte anche lui
scomparso. Il fatto – prosegue Golino – che lui pensasse che io
avessi talento mi dava forza e orgoglio, la sua percezione mi
rendeva più forte”.
    Per Storia d’amore, Golino alle prime armi (19 anni appena),
fu scelta da Maselli, “che poi mi fece da mentore, mi fece
crescere non solo professionalmente ma in tutto, mi ha indicato
la strada, fatto capire che questo lavoro è fatto di scelte e
non solo d’istinto. Mi ricordo che mi insegnò a camminare come
il personaggio, mi fece visitare i luoghi in cui mesi dopo
avrebbe girato, ho avuto la fortuna nella prima giovinezza di
incontrare un uomo di cultura, talento che è stato uno
straordinario regista di attori, cosa non proprio frequente”. E
poi Valeria Golino aggiunge: “Aveva una personalità fortissima,
era anche prepotente e con un caratteraccio, sono sicura che ora
vorrebbe che lo dicessi, era insolente e neppure tanto
democratico come forse deve essere un regista e io che ora ho la
sua età e una maturata esperienza lo capisco benissimo
soprattutto pensando a me come ero, acerba, ribelle, curiosa”.
    (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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