(ANSA) – ROMA, 03 NOV – La tovaglia all’uncinetto, le foto in
bianco e nero o in colori sbiaditi, le bambole sugli scaffali e
sullo sfondo le canzoni di Baglioni che amava tanto: sembra
ferma nel tempo la casa di Emanuela Orlandi da quel 22 giugno di
39 anni fa quando la ragazza scomparve, per sempre, a soli 15
anni. Un caso internazionale, dalle mille piste irrisolte,
depistaggi, colpi di scena che oggi il fratello Pietro e il
giornalista Andrea Purgatori attraversano con la loro voce nelle
quattro puntate della docuserie Vatican Girl, disponibile su
Netflix da pochi giorni e già nella top ten. E il leader di
Azione, Carlo Calenda, dopo averla vista chiede che lo Stato
italiano “pretenda” dal Vaticano la verità sul caso di Emanuela: “Chiederemo al ministro degli Esteri di attivarsi”.
Intanto tornano nelle vie di Roma i manifesti con il suo
volto e sotto le domande rimaste senza risposta e il volto di
Emanuela torna nelle strade con quella foto che fu consegnata
agli inquirenti e che la incornicia in un’adolescenza senza
tempo. “La mattina dopo ho fatto denuncia e mi hanno detto, ‘non
mi preoccuperei non è nemmeno una così bella ragazza.
Sicuramente è un allontanamento volontario non è stata rapita da
qualcuno'”, racconta oggi la madre. Non fu per niente invece la classica storia della scomparsa
volontaria di una ragazza. E’ molto di più, è un romanzo di Dan
Brown, un mistero, un gioco di potere che ruota intorno al
Vaticano, dove la famiglia Orlandi viveva al servizio di sette
pontefici. ‘Vatican Girl. La scomparsa di Emanuela Orlandi’ è la
docu-serie scritta e diretta da Mark Lewis (vincitore di un Emmy
per la docu-serie Don’t F**k With Cats: Hunting an Internet
Killer). Alla produzione Chiara Messineo, mentre Tom Barry e
Dimitri Doganis sono i produttori esecutivi per RAW. Quattro
appuntamenti per mettere insieme i pezzi di un mosaico
impossibile attraverso la voce dei testimoni, i materiali
d’epoca, e sullo sfondo una meravigliosa Roma da cartolina che
come il Vaticano nasconde segreti da 2000 anni. E una famiglia
che fino all’ultimo mantiene vivo il filo della speranza, anche
se Papa Francesco quando li ha incontrati gli ha detto: “Emanuela è in cielo”. (ANSA).
Fonte Ansa.it