Visco, concordato? ‘Andiamo incontro a una rivolta fiscale’

“Il governo è alla ricerca di soldi
per la manovra autunnale, e sta concentrando la sua attenzione
sul concordato preventivo biennale il cui successo appare
dubbio, e su cui risulta impegnato anche il Parlamento. E’
francamente incredibile come la vicenda venga seguita con
attenzione e condiscendenza, mentre in realtà essa rappresenta
una delle pagine più scandalose della storia fiscale italiana
degli ultimi decenni”.
    Lo afferma in una nota l’ex ministro delle Finanze e del
Tesoro e presidente del centro studi Nens fondato con Pierluigi
Bersani, Vincenzo Visco.
    “Vediamo: il provvedimento riguarda contribuenti evasori,
quelli che secondo i dati ufficiali dichiarano in media solo il
30% di quanto in realtà guadagnano. A gran parte di questi
contribuenti è inoltre riservato lo speciale regime forfettario
che, fino ad 85 mila euro di fatturato consente di pagare solo
il 15% in sostituzione di Iva, Irpef, Irap, sovraimposte
regionale e comunali. Per questi contribuenti, quindi,
l’evasione di fatto è già stata resa legalmente legittima. Si
tenga presente che il limite massimo di 85 mila euro corrisponde
in realtà, tenendo presente l’evasione media (70%), a circa 270
mila euro.
    A questi contribuenti e anche agli altri eventualmente
esclusi dal forfait, viene ora riservata la possibilità di
dichiarare non i guadagni veri, bensì quelli indicati dal
Ministero secondo criteri in via di definizione che dovrebbero
tener conto dei punteggi ISA (affidabilità fiscale), a loro
volta ben lontani dalla realtà. Come se tutto ciò non bastasse,
in Parlamento ci si affanna a proporre ulteriori sgravi di
aliquota per chi deciderà di aderire al concordato. Siamo in un
mondo kafkiano di privilegio e favoritismo corporativo che non
suscita lo scandalo che in un contesto di normale decenza
dovrebbe essere condiviso. Anche le voci dell’opposizione finora
latitano. Tanto più che le alternative non mancano, come
dimostra il consistente recupero di Iva evasa grazie alla
fatturazione elettronica che indica una strada credibile per
farla finita con evasione e privilegi in tempi ragionevoli. Se e
quando i lavoratori dipendenti si renderanno conto di quanto sta
accadendo andremo incontro ad una rivolta fiscale. Prima o poi
accadrà”.
   

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Fonte Ansa.it

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