(ANSA) – MILANO, 30 MAR – Il 27% delle pmi italiane non
possiede una soluzione di backup, per salvare in maniera sicura
i propri dati. Una percentuale che sale al 43% se si guarda solo
alle imprese più piccole. È quanto emerge da una recente
indagine condotta da Bva Doxa e commissionata da Aruba,
fornitore di servizi di data center, email e pec, in occasione
del World Backup Day di domani, 31 marzo. La giornata, istituita
11 anni fa, ricorda la necessità di disporre di un piano di
ripristino dei dati nel caso in cui diventino inaccessibili, sia
per attacchi da parte di terzi che per incidenti informatici
causati da operazioni dei dipendenti o eventi naturali. A tal
proposito, Clusit, Associazione Italiana per la Sicurezza
Informatica, ha rilasciato le regole per mettere al sicuro le
informazioni più importanti, per recuperarle dopo perdite ed
errori. Secondo il sondaggio Bva Doxa-Aruba, solo il 73% delle
aziende italiane intervistate ha dichiarato di disporre di una
soluzione di backup, dato che scende al 57% quando si parla di
piccole imprese e che sale ad un più incoraggiante 87% quando ci
si interfaccia con le medie imprese. Tra quanti integrano uno
strumento di salvataggio sicuro dei dati, il 62% dei rispondenti
ne dispone da oltre un quinquennio mentre il 3% se ne è dotato
nel corso del 2021. In occasione del Backup Day, gli esperti del
Clusit hanno condiviso le tre regole d’oro per mettere al sicuro
i dati. La prima è dotarsi di un antivirus e tenerlo
costantemente aggiornato. La seconda è effettuare il backup
quotidiano o settimanale dei propri dati, in cloud e su un hard
disk. La terza, adottare l’autenticazione a più fattori ogni
volta che è possibile. “I backup sono una misura di sicurezza
imprescindibile. Proteggerli è una condizione per assicurarne
l’efficacia sia per le aziende che le singole persone” ha detto
Claudio Telmon, membro del Comitato Direttivo del Clusit.
(ANSA).
Fonte Ansa.it