Il 31 marzo ricorre il World Backup Day. La giornata, istituita 12 anni fa, ricorda la necessità di disporre di un piano di ripristino dei dati nel caso in cui diventino inaccessibili, sia per attacchi informatici o per malfunzionamenti e incidenti. Una procedura che, con il boom dello smart working, è diventata sempre più essenziale per le aziende e gli utenti in genere. Secondo uno studio del Ponemon Institute, il 29% della perdita dei dati a livello globale è accidentale; quasi un terzo di tutti i Pc al mondo è stato già infettato da almeno un malware, in uno scenario dove il 21% delle persone non ha mai eseguito un backup.
“La disponibilità di dispositivi sempre più potenti e pervasivi, dove salvare contatti, documenti, foto e video, mette costantemente a rischio ciascuno di noi, se non ci premuriamo di garantirci un’ancora di salvezza, che per il privato cittadino può certamente essere rappresentata dal backup, meglio se ridondato tra dispositivi e cloud”, ha sottolineato Alessio Pennasilico, del Comitato Scientifico di Clusit. L’Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica, tra le regole d’oro per mettere i dati al sicuro ricorda l’importanza di “dotarsi di un piano di continuità operativa e di tenerlo aggiornato via via che l’organizzazione evolve”, ma anche la necessità di “implementare un ambiente di disaster recovery, magari in cloud, in grado di garantire la continuità aziendale”.
Fonte Ansa.it