You.com cos’è e come funziona il nuovo motore di ricerca

DuckDuckGo, Brave, Ecosia, StartPage e, adesso, anche You: c’è un nuovo sfidante per Google, un altro motore di ricerca che punta ad attrarre utenti promettendo una maggiore privacy ed un uso rispettoso dei dati dell’utente. Si chiama You.com ed è nato a inizio novembre 2021, al momento è ancora in beta pubblica.

Non sarà affatto facile insidiare lo strapotere di Google Search che, secondo StatCounter, ormai si è accaparrato il 92% delle ricerche degli utenti in tutto il mondo. Non ci sono realmente riusciti neanche i concorrenti appena citati, né Microsoft Bing che, sempre secondo StatCounter, non arriva al 3% del totale delle ricerche.

You ci vuole però provare e, a differenza di tutti gli altri competitor di Google, sembra nascere con un approccio diverso: non prova solo a “imitare” Google, senza però raccogliere e vendere i dati degli utenti, ma cerca al contrario di offrire qualcosa di più. E, soprattutto, a differenza di Google, Bing e gli altri, si offre come piattaforma aperta per sviluppare altri progetti.

Come funziona You.com

Partiamo subito dal chiarire una cosa: You si basa in gran parte sui risultati del motore di ricerca Microsoft Bing. Di fatto, quindi, You non è un vero motore di ricerca: è più un’interfaccia tramite la quale le informazioni cercate dall’utente vengono organizzate e mostrate. E, in effetti, è proprio l’interfaccia la novità di You.

Quando un utente inserisce le parole da cercare, infatti, You prende i corrispondenti risultati di Bing e li mostra raggruppati in blocchi con scorrimento orizzontale. In pratica blocchi navigabili tramite uno swipe a destra o a sinistra, cosa che ci dice chiaramente che You punta dritto all’utenza mobile.

Il primo blocco orizzontale mostrato da You contiene i classici risultati dal Web, presi quasi sempre da Bing e a loro volta molto simili a quelli che offre Google per le stesse chiavi di ricerca. Poi c’è un blocco che mostra i post su Reddit per quelle chiavi di ricerca. Segue un box con i “Quick Facts“, che di solito provengono da Wikipedia.

Questi blocchi appaiono per quasi tutti i tipi di ricerca, in posizione fissa. Poi ci sono altri blocchi che compaiono solo per certe categorie di “query“: blocchi che mostrano contenuti da YouTube, TikTok, Instagram, Linkedin o altri social. C’è poi una particolarità: quando cerchiamo un luogo su You viene mostrato il classico box con la mappa, che è preso da Google Maps. Questo conferma, ancora una volta, che You.com è più un aggregatore di risultati di ricerca che non un motore di ricerca vero e proprio.

L’intelligenza artificiale in You.com

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I fondatori di You.com sono Richard Socher e Bryan McCann, due ex dirigenti di Salesforce (colosso americano dei servizi Cloud per le aziende). Entrambi in Salesforce si occupavano di intelligenza artificiale e machine learning e, adesso, vogliono portare la loro esperienza all’interno di You.

Il motto di You, infatti, è “The private search engine that summarizes the web for you“, cioè il motore di ricerca che “riassume” il web per te. Tutto questo, però, in realtà lo fa anche Google ma per You è molto più difficile perché quest’ultimo non raccoglie dati sulle abitudini di ricerca degli utenti. Mentre Google sa cosa ci piace, perché conosce cosa abbiamo già cercato e i siti che abbiamo visitato, You non ha queste informazioni.

Ecco, allora, che si apre una prateria per gli algoritmi di intelligenza artificiale che, così sperano i fondatori di You, dovrebbero essere già abbastanza evoluti per capire quali sono le informazioni rilevanti per l’utente attingendo alla sua semplice, singola, ricerca e senza attingere anche alle ricerche precedenti.

In più, e questo è molto interessante, You permetterà ad altri sviluppatori di creare estensioni da integrare nel motore di ricerca, per offrire agli utenti altri tipi di “riassunti del web”.

La privacy in You.com

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Socher e McCann affermano che nessun dato dell’utente viene tracciato e raccolto da You e che i risultati vengono migliorati semplicemente registrando le ricerche che non sono andate a buon fine (cioè quelle che vengono immediatamente seguite da una ulteriore ricerca).

In realtà è possibile registrare un account su You, oppure scegliere di non farlo e navigare e cercare in modo del tutto anonimo. In entrambi i casi, però, You promette che non mostrerà mai all’utente messaggi pubblicitari “che invadono la sua privacy” ma ammette che, in futuro, potrebbe mostrare pubblicità “private“.

Non è dato sapere cosa You intenda con queste due definizioni, ma quel che è certo è che al momento non ci sono pubblicità su You e il nuovo progetto va avanti completamente in perdita, senza alcuna forma di monetizzazione. Tuttavia, You sta seguendo il modello classico delle startup americane che prevede una fase “pionieristica” per attrarre gli investitori, che se andrà bene porterà ad una successiva fase di “scaleup” durante la quale emergerà il vero business model dell’azienda.

Fonte Fastweb.it

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