(ANSA) – MILANO, 20 GIU – Entro la fine dell’anno Meta, già
Facebook, svelerà ufficialmente Project Cambria, il suo primo
visore per il metaverso. Ma ben prima, Mark Zuckerberg ha voluto
fare il punto con la stampa internazionale sul lavoro svolto
dalla divisione Reality Labs nel merito delle nuove tecnologie
che renderanno possibile accedere ai mondi 3D, percependoli come
se fossero reali.
“Il metaverso cambierà per sempre il modo di relazionarci
gli uni con gli altri” ha detto Mark Zuckerberg poco prima di
mostrare tre prototipi di visori. Il primo, nome in codice
Butterscotch, è dotato di una risoluzione sufficiente a
garantire in realtà virtuale una visione pari ai dieci decimi
delle tabelle normalmente usate per le visite oculistiche. Poi
Holocake 2, che il Ceo descrive come “il visore più sottile e
leggero che abbiamo mai realizzato e compatibile con tutti i
videogame per computer esistenti”. Il problema di Holocake 2 è
che richiede l’uso di laser specializzati, ancora troppo spessi
e costosi per essere integrati in un accessorio per il mercato
di massa. Il terzo dispositivo mostrato è un parente stretto dei
tanto attesi occhialini di Meta, almeno nelle forme. Si chiama
Mirror Lake, riprende un paio di occhiali da sci e integra non
solo la tecnologia di Holocake 2 ma anche le altre su cui Meta
ha lavorato negli ultimi sette anni.
Il fine? Rispondere a quello che l’azienda chiama “il test
visivo di Turing”. Nel 1950, Alan Turing ha ideato il test il
cui scopo è stabilire se un computer è in grado di assumere
comportamenti umani. Il test visivo è un modo per valutare se
ciò che viene visualizzato in realtà virtuale è distinguibile
dal mondo reale. “Stiamo compiendo un importante passo avanti
verso il realismo e la creatività. Sono convinto che, se
continueremo a fare progressi, arriveremo a un futuro in cui
l’informatica sarà sempre più incentrata sulle persone e sul
modo in cui vogliono vivere il mondo”. (ANSA).
Fonte Ansa.it