Bene i rating ma per gli industriali la crescita è ferma

Il giudizio positivo di Moody’s
incoraggia il governo che legge nel suo giudizio una promozione
delle scelte difficili fatte con la legge di bilancio. Le
rinunce che molti ministri hanno dovuto accettare in nome della
tenuta dei conti pubblici hanno convinto tutte le agenzie di
rating e ora la manovra punta ad avere il via libera anche dalla
Commissione europea nelle pagelle di martedì prossimo. Le
valutazioni positive, però, non aiutano a fugare i dubbi sulla
crescita del Paese: Confindustria vede un Pil fermo nel terzo
trimestre, zavorrato dal credito bloccato a causa dei tassi ai
massimi storici.
    Le previsioni degli industriali non sono buone nemmeno nel
quarto trimestre, perché gli ultimi indicatori mostrano
l’attività nei servizi in lieve calo, come nell’industria. A
settembre la produzione è rimasta ferma. Il terzo trimestre
registra una variazione appena positiva (+0,2%), ma dopo quattro
trimestri negativi: da inizio anno è scesa di -1,8%. A
ottobre il Pmi è sceso in modo marcato (a 47,7, da 49,9),
indicando una contrazione, e anche la fiducia delle imprese
continua a calare.
    Il vicepremier Matteo Salvini non è preoccupato: “Alla faccia
dei gufi l’Italia corre e quest’anno crescerà più della
Germania. Conto che continui la crescita, il che è un premio
agli imprenditori e ai lavoratori italiani”. Anche il collega
Antonio Tajani è convinto della buona strada intrapresa dal
governo, anche se avverte che “non basta, dobbiamo continuare
seguendo l’impostazione che ci porta a seguire rigore e
attenzione alla Spesa pubblica”. Quindi bisogna “razionalizzare
e spendere meglio”
   

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Fonte Ansa.it

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