Il tema della privacy è uno dei più scottanti degli ultimi anni. Soprattutto se riguarda bambini e adolescenti. Le piattaforme social sono diventate il punto di riferimento per milioni di ragazzi, che condividono ogni momento della loro giornata su Facebook, Instagram o Twitter. Foto e video condivisi con i propri amici, senza pensare troppo alla privacy. I Millennials, la prima vera generazione nata con lo smartphone in mano, non si cura molto della propria privacy, non conoscendo nella maggior parte dei casi nemmeno il significato della parola. E il problema diventa ancora più evidente a scuola, dove i ragazzi registrano tutto quello che succede e lo pubblicano immediatamente online.Per questo motivo il Garante per la Protezione dei Dati Personali ha pubblicato un vademecum con delle regole che genitori, bambini e dirigenti scolastici dovrebbero seguire. Nelle linee generali del vademecum, il Garante espone tutte le regole che gli istituti scolastici devono seguire affinché la privacy dei propri studenti venga messa al sicuro. I dati personali degli alunni non devono essere pubblicati e soprattutto è necessario informare i ragazzi quando vengono raccolti informazioni su di loro, per quale scopo e come vengono catalogate. Essendo un’istituzione pubblica, la scuola deve seguire per il trattamento dei dati le stesse regole degli altri enti pubblici.Cosa fare nel caso in cui non vengano rispettati i diritti degli studenti I ragazzi e i loro genitori hanno il diritto di sapere in che modo vengono conservati i loro dati e di controllare se è presente qualche errore. Nel caso in cui vengano evidenziati degli errori è possibile richiedere al Garante una correzione. Se non si ottiene una risposta si potrà effettuare un esposto alla magistratura ordinaria e nel caso richiedere anche un risarcimento danni.Come devono comportarsi le scuole nel trattamento dei datiLa privacy è sicuramente uno degli argomenti più spinosi per un istituto scolastico. I dati personali in possesso di una scuola sono tantissimi ed è necessario averne la massima cura. Inoltre, nei vari moduli che gli alunni e i genitori compilano durante l’anno non è possibile eccedere nelle domande, si tratterebbe di una violazione della privacy. Si deve prestare moltissima attenzione alla diffusione di dati personali durante l’esposizione dei voti finali o nelle circolari della scuola. Ad esempio, non si può divulgare lo stato di salute o i problemi giudiziari di un alunno.Invece, per aiutare gli studenti durante le fasi dell’orientamento scolastico (iscrizione alle scuole superiori o all’Università) è possibile diffondere i loro dati personali ad altri istituti per via telematica. Ma a un’unica condizione: il ragazzo deve dare il proprio assenso. Gli obblighi delle scuole verso i professoriGli istituti scolastici non devono solamente controllare i dati degli studenti, ma anche quelli dei professori. E anche in questo caso devono rispettare alcune norme. In primis le scuole hanno il dovere di rendere pubblici e trasparenti i dati in proprio possesso, ma senza condividere informazioni personali. Ad esempio, gli istituti scolastici sono obbligati a rendere pubblici il punteggio dei propri docenti e del personale amministrativo, in modo che altre persone interessate a quella scuola possano far domanda. Ma la lista dei docenti e del personale amministrativo non deve riportare i nomi delle persone e non deve dare la possibilità di capire di chi si sta parlando.Inoltre, la scuola non può rendere pubblica la lista di chi è in ritardo con il pagamento della mensa scolastica o di chi ne usufruisce gratuitamente.I pericoli provenienti dallo smartphone Nel vademecum, il Garante per la Protezione dei Dati Personali si sofferma soprattutto sui pericoli provenienti dall’utilizzo degli smartphone e dei social network. Problemi come il cyberbullismo e la sextortion sono diventati oramai comuni tra i più giovani: si manda un video osé al proprio partner, credendo che non verrà mai diffuso, e ci si ritrova in poco tempo su tutti i gruppi WhatsApp. I più giovani non sanno usare consapevolmente i social network e possono diventare vittime delle trappole di utenti più esperti o di truffatori.Molto spesso i video che diventano virali in Rete sono registrati proprio all’interno delle scuole. Il Garante della Privacy invita sia i genitori sia gli studenti a prestare maggiore attenzione: quando si vuole condividere un video online è necessario accertarsi che non venga condiviso su altre piattaforme e che finisca all’interno dei gruppi WhatsApp. In questo modo la privacy delle persone è praticamente nulla.Videosorveglianza Può una scuola avere un sistema di videosorveglianza? Sì, ma rispettando la privacy dei propri alunni e dipendenti. All’interno degli edifici scolastici le telecamere possono essere posizionate solamente nei luoghi soggetti a furti ed entrare in funzione solo negli orari di chiusura della scuola. Nel caso in cui, invece, si vorrà posizionare le telecamere all’esterno degli edifici, sarà possibile registrare anche nelle ore diurne, ma non si potrà riprendere oggetti al di fuori della scuola. Inoltre, sarà necessario esporre un cartello che avverte della presenza delle telecamere di sicurezza.
Fonte Fastweb.it