Che il mondo abbia un problema, e anche bello grosso, dovuto alle emissioni di CO2 è ormai chiaro a tutti e solo pochi negazionisti incalliti tentano di smentire l’enorme molte di dati e studi scientifici che lo dimostrano. Che una bella fetta delle emissioni di CO2 sia legata alla produzione dell’energia, sia termica che elettrica, che consumiamo tutti i giorni nelle nostre case è altrettanto chiaro. Che questa energia ci costi anche parecchio, dal punto di vista economico, è la ciliegina sulla torta che dovrebbe portare tutti noi a farci una semplice domanda: come rendere energeticamente efficiente la nostra casa?
Ma se la domanda è semplice, la risposta non lo è poi così tanto. I consumi energetici di una abitazione, infatti, dipendono sia dall’abitazione stessa che dall’abitante. Possiamo infatti scegliere di non impostare il riscaldamento domestico oltre i 20 gradi, ma se i muri di casa disperdono molto calore la caldaia starà comunque accesa per moltissime ore al giorno.
Per risparmiare energia a casa, quindi, dobbiamo allo stesso tempo cambiare i nostri comportamenti e, a volte, cambiare qualche elemento strutturale dell’abitazione. Cerchiamo dunque di capire cosa è possibile fare per consumare meno energia a casa, prima, e come avere una casa che consuma meno energia, dopo.
Risparmiare energia a casa: misurare, misurare, misurare
Per massimizzare il risparmio energetico a casa ci sono mille gesti quotidiani che possiamo fare. Il primo, però, è misurare: i nostri consumi elettrici, quelli di gas per il riscaldamento e la cucina, la temperatura media di casa nostra durante il giorno e la notte, d’inverno e d’estate. E, ovviamente, quanto spendiamo in bollette.
Proprio dalle bollette dobbiamo partire per avere una misurazione abbastanza affidabile (al netto dei conguagli) dei consumi elettrici e di gas. In entrambi i casi, però, non dobbiamo guardare alla cifra pagata ma ai consumi: quelli di energia sono espressi in kWh e quelli di gas in metri cubi. Il costo della bolletta, infatti, non è un dato affidabile perché dipende anche dal prezzo unitario della “componente energia” (cioè, appunto, il kWh o il mc), dalle tasse e da eventuali offerte del nostro fornitore. In altre parole: possiamo anche riuscire a consumare meno kWh al mese, ma se il prezzo del kWh sale la bolletta non scende e ci inganna.
Dopo aver misurato i nostri consumi medi, dobbiamo misurare le temperature di casa nostra: sarà fondamentale per trovare un giusto equilibrio tra risparmio energetico e comfort. Essendo infatti chiaro che se abbassiamo il riscaldamento (o il condizionamento, in estate) consumiamo meno energia, è altrettanto chiaro che non possiamo esagerare con il risparmio energetico senza impattare pesantemente sulla nostra qualità di vita: stare in maglietta dentro casa in inverno non va bene, ma neanche stare in cappotto è il massimo.
Risparmiare energia con la smart home
Se risparmiare fa rima con misurare, come abbiamo visto, c’è anche un modo più smart di misurare: trasformare la propria casa in una smart home. La casa intelligente, infatti, è fatta di dispositivi smart come termostati che possono misurare i parametri climatici (soprattutto temperatura e umidità relativa) della casa e autoregolarsi in base ai parametri esterni e ai nostri stili di vita.
Un termostato smart, ad esempio, può accendere il riscaldamento solo poco prima che torniamo a casa evitando così che la casa venga riscaldata quando non c’è nessuno a godersi il calore. Se poi, grazie alle misurazioni di cui sopra, scopriamo che casa nostra perde un grado di temperatura per ogni ora che passa col riscaldamento spento è facile decidere quando possiamo spegnere la caldaia, se andiamo a letto più o meno sempre alla stessa ora. Alcuni termostati smart, i più evoluti, lo fanno da soli.
I forni elettrici più moderni, poi, hanno dei programmi preimpostati per cuocere alla perfezione ogni cibo consumando meno energia e possiamo attivarli da remoto, ad esempio non appena usciamo dal lavoro. Se avremo lasciato le patate crude in forno, quindi, una buona parte della cottura verrà fatta mentre non siamo a casa.
Le lavatrici smart possono fare qualcosa di molto simile con i nostri panni sporchi, aiutandoci a consumare meno acqua, meno energia e meno detersivo. Ma anche meno tempo se le possiamo avviare da remoto. Gli aspirapolvere robot, poi, si stanno dimostrando estremamente più efficienti rispetto a quelli a bidoncino o alle scope elettriche e possono spazzare a terra mentre noi non ci siamo e, soprattutto, lo fanno da soli.
Le lampadine smart, abbinate ad un sensore che rileva la presenza delle persone in una stanza, si accendono e spengono da sole evitando di consumare energia quando non serve. Qualcosa di simile lo fanno anche i condizionatori d’aria più moderni: riescono ad individuare in quale parte della stanza sono le persone e ad indirizzare il flusso d’aria fredda verso di loro.
Rendere la casa meno energivora
Oltre a cambiare le nostre abitudini e i nostri elettrodomestici, al fine di consumare meno, se vogliamo risparmiare energia in casa dobbiamo anche sapere quanta energia disperde l’abitazione. E, se ne disperde più del dovuto, è il caso di intervenire.
Da diversi anni, ormai, esiste la “Certificazione energetica degli edifici“: un documento redatto a norma di legge, secondo una precisa procedura tecnica, da un professionista abilitato. Questa certificazione è fondamentale per conoscere la “classe energetica” di casa nostra (che dobbiamo indicare se vogliamo vendere o affittare casa), necessaria a sua volta per ottenere incentivi fiscali come l’Ecobonus 110% per le ristrutturazioni energetiche.
Questa certificazione, però, ci serve anche a sapere dove sta il “problema energetico” della nostra abitazione. Usando fotocamere termiche a infrarossi, ad esempio, il tecnico che ci fa la certificazione può vedere quali muri disperdono più calore verso l’esterno (o portano più calore dentro casa, in estate). Anche in questo caso, quindi, l’importante è innanzitutto misurare.
Per ridurre drasticamente la dispersione di calore dei nostri muri c’è una soluzione che funziona meglio di tutte le altre: il “cappotto termico“. Con questo termine si intende un involucro esterno da applicare sopra i muri perimetrali della casa, per ridurne la dispersione di calore.
Quando una casa ha un buon cappotto termico, infatti, resta molto più calda in inverno e molto più fresca in estate. Il lato negativo di una casa con cappotto termico, invece, è il fatto che “non respira”: i muri non traspirano più e non c’è scambio di umidità tra interno ed esterno. Ciò può portare alla creazione di muffe all’interno dell’abitazione, specialmente intorno agli infissi (cioè dove il cappotto termico non c’è).
Per risolvere questo problema si usano di solito sistemi di ventilazione forzata, che mantengono l’aria all’interno della casa in costante circolazione. Anche questi sistemi, se sono abbastanza recenti ed evoluti, possono essere ormai integrati nella smart home affinché lavorino fianco a fianco con l’impianto di riscaldamento e/o di raffrescamento.
Risparmiare sull’acqua calda con il solare termico
Anche in inverno, anche al nord Italia, il sole batte lo stesso: di meno, ma non sparisce del tutto. Installare sul tetto di casa un impianto solare termico, quindi, può essere una ottima idea per risparmiare sull’energia necessaria a produrre l’acqua calda sanitaria.
Un impianto solare termico è formato da dei pannelli solari di colore nero che ricevono la radiazione solare e cedono calore, tramite una serpentina contenente gas compresso, all’acqua contenuta in un serbatoio. Il calore “rubato” al sole, quindi, può essere usato per riscaldare l’acqua e risparmiare sul gas (o sull’elettricità, se abbiamo uno scaldabagno elettrico).
Produrre energia a casa con il fotovoltaico
Installando un impianto fotovoltaico domestico sul tetto di casa, invece, tecnicamente non possiamo parlare di risparmio energetico ma di vera e propria produzione di energia. Ma dal punto di vista pratico non cambia molto: l’energia prodotta non sarà prelevata dalla rete e risparmieremo soldi e CO2 emessa.
In questo caso il consiglio è quello di abbinare all’impianto fotovoltaico una batteria di accumulo e di “elettrificare” il più possibile la casa, ad esempio passando dal fornello a gas a quello a induzione, in modo da sfruttare l’energia prodotta invece di immetterla nella rete elettrica nazionale.
Ancora una volta, se facciamo questa scelta, grazie a dispositivi smart è facile gestire il consumo elettrico degli elettrodomestici affinché essi utilizzino il più possibile l’energia autoprodotta.
Fonte Fastweb.it