Corte d’appello, Martina Rossi morì per fuggire da stupro

(ANSA) – FIRENZE, 14 MAG – “Gli elementi indiziari che il
processo ha faticosamente acquisito” sono “tutti convergenti
nell’affermare, al di là di ogni ragionevole dubbio, che Martina
Rossi la mattina del 3 agosto 2011 precipitò dalla camera 609
dell’albergo Santa Ana di Palma di Maiorca nel disperato
tentativo di sottrarsi a una aggressione a sfondo sessuale posta
in essere in suo danno da entrambi gli imputati”. Così le
motivazioni della sentenza con cui la corte di appello di
Firenze il 28 aprile ha condannato in un processo bis, a 3 anni
di reclusione, Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi per tentata
violenza sessuale di gruppo. Per i giudici “Martina Rossi venne
aggredita da entrambi gli imputati”, che erano in preda a
effetto di stupefacenti, forse hashish. “La giovane – viene
scritto – reagì con forza a questa aggressione ingaggiando,
sicuramente con Alessandro Albertoni, una colluttazione a
seguito della quale provocò dei graffi al collo dell’imputato”.
    La corte di appello esclude il suicidio della ragazza che “molti
testimoni nel processo hanno definito solare, soddisfatta del
percorso universitario, ricca di progetti per il proprio futuro
da condividere con le amiche”. Invece il racconto fatto di
quella notte da Albertoni e Vanneschi per i giudici di appello è “nella quasi totalità falso” e “assolutamente privo di
credibilità”. (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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