“L’Europa ha paura di sfidare la
crisi dei migranti, i mezzi che adotta non sono efficaci e tutti
sanno che non risolveranno il problema. Anche la catastrofe
climatica è un problema crescente. Immagino che l’Europa
diventerà, alla fine, una fortezza e la gente verrà uccisa da
noi europei”.
Questa è solo una delle molte dichiarazioni forti di Agnieszka
Holland regista di The Green Border che porta in concorso a
Venezia questo film girato in clandestinità, e diviso in
capitoli, in cui racconta la storia di una famiglia di
rifugiati siriani, sfuggiti all’Isis, di un insegnante di lingua
inglese dall’Afghanistan, di una giovane guardia di frontiera e
di un gruppo di volontari che cerca di aiutare i migranti
rischiando ogni giorno in prima persona.
Il confine verde di cui si parla è quello polacco-bielorusso.
A fine conferenza la regista, dopo aver letto una nota a favore
delle vittime della migrazione nel silenzio colpevole di tutti,
dal 2014 sono 60.000, ha chiesto un minuto di silenzio ai
giornalisti.
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