Annunciate a fine aprile 2020, sono finalmente arrivate sul mercato le nuove CPU Intel di decima generazione. Nome in codice: Comet Lake-S. I primi esemplari disponibili sono quelli per i PC desktop, in seguito arriveranno anche le CPU a basso consumo per i laptop. Comet Lake è la nuova architettura Intel, che succede a Coffee Lake (per le CPU desktop) e Whiskey Lake (per le CPU mobile).
Nonostante il processo produttivo resti a 14 nanometri le novità di Comet Lake sono parecchie e tutte orientate all’aumento di prestazioni. In particolare, sono due le cose che vanno notate: lo sforamento del muro dei 5 GHz di frequenza massima di clock (in pratica la velocità di calcolo del processore) e l’estensione della tecnologia Hyper-Threading a tutta la gamma, Pentium inclusi. Tutta la gamma di CPU di decima generazione, però, non potrà essere montata sulle attuali schede madri: serviranno nuove motherboard con socket LGA 1200 e nuovi chipset Z490, B460, H470, e H410.
CPU Intel Comet Lake: perché sono più veloci
Le nuove CPU Intel con architettura Come Lake-S di decima generazione integrano diverse novità per aumentare le prestazioni reali. La più evidente è nel numero dei core: sui processori Core i9 ora ci sono 10 core, mentre sui Core i7 ce ne sono 8, sui Core i5 ce ne sono 6 e sui Core i3 ce ne sono 4. Ma tutta la linea di processori offre ora la tecnologia Hyper-Threading, che raddoppia virtualmente il numero dei core facendoli salire, rispettivamente, a 20, 16, 12 e 8. Fino alla generazione precedente, invece, l’Hyper-Threading era disponibile solo sui processori Core i7 e i9 e questo vuol dire una cosa molto importante: i Core i3 e i5 potrebbero diventare davvero molto interessanti per chi cerca il miglior rapporto prezzo/prestazioni.
Il multicore e l’Hyper-Threading nelle nuove CPU Intel Comet Lake viene gestito in maniera molto flessibile e dinamica e questo permette di ottenere due vantaggi molto importanti: un consumo elettrico contenuto e una conseguente produzione di calore accettabile, e la possibilità di salire moltissimo di frequenza su uno o due core contemporaneamente (mentre gli altri restano a frequenza standard). La nuova tecnologia Thermal Velocity Boost spinge infatti un singolo core fino alla velocità di 5,3 GHz, ma la temperatura della CPU non supera i 70 gradi e comunque il riscaldamento permane solo per un breve periodo di tempo. Sui Core i9 Comet Lake, poi, arriva anche il Turbo Boost 3.0 Max: questa tecnologia sceglie i due core più performanti e alza leggermente la loro frequenza solo quando c’è bisogno di maggiori prestazioni.
In condizioni di calcolo single core, quindi, è ora possibile spingere un core della CPU fino a frequenze mai raggiunte prima mentre in condizioni di calcolo multicore è possibile far lavorare in tandem i due core migliori ad una frequenza un po’ più alta. Queste due possibilità permetteranno alle nuove CPU Intel di essere più performanti in diverse occasioni, dal gaming estremo ai software di video editing.
CPU Intel Comet Lake: la gestione termica
In un ambito Intel è particolarmente indietro negli ultimi anni: il processo produttivo delle sue CPU. Mentre AMD produce già regolarmente processori a 7 nm (e a quanto pare inizierà a produrli a 5 nm già a fine 2020), le CPU Intel Comet Lake vengono prodotte ancora a 14 nm. E questo vuol dire che consumano di più e producono più calore. La risposta di Intel a questo problema è tutta nella gestione dei core, che vengono accesi e spenti in base alla produzione di calore rilevata.
Partendo dal presupposto che la produzione massima di calore delle nuove CPU Core i9 Comet Lake arriva addirittura a 125 Watt (contro i 65 Watt massimi delle AMD Ryzen 4000), è chiaro che per non far fondere il processore bisogna lavorare molto sulla gestione delle frequenze sui singoli core. La soluzione scelta da Intel è quella di disattivare l’Hyper-Threading a livello di singolo core, per generare meno calore dai core meno utilizzati e poter spingere di più quelli sottoposti a maggior carico.
È stata anche migliorata l’efficienza delle componenti interne alla CPU che hanno il compito di trasferire il calore dall’interno del processore alla sua superficie, in modo da avere un tasso di calore dissipabile più elevato. Ovviamente serviranno dissipatori e ventole dalle ottime performance per permettere alle CPU Comet Lake di restare sotto i 70 gradi di temperatura, per poter offrire le migliori prestazioni.
La questione PCIe
Un altro grosso limite delle CPU Intel di decima generazione è il mancato supporto al bus PCIe 4.0, che permette di trasferire i dati tra CPU e periferiche (soprattutto la scheda video) al doppio della velocità rispetto al PCIe 3.0 (supportato invece dai processori Comet Lake). AMD supporta il PCIe 4.0 già sui processori Ryzen 3000.
Alcune schede madri compatibili Comet Lake integreranno anche un controller PCIe 4.0, probabilmente per garantire la compatibilità anche con la prossima generazione di CPU Intel. Tutti le motherboard per Comet Lake, in ogni caso, supporteranno l’overclock del bus PCIe 3.0. Ciò potrà aiutare a ridurre il divario di prestazioni rispetto allo standard più recente, ma ciò potrebbe avvenire a scapito della stabilità del sistema.
Fonte Fastweb.it