Lynk porta la connessione cellulare nello spazio: l’esperimento

Che lo spazio sia una delle alternative, o quanto meno delle soluzioni aggiuntive, alla fibra ottica e al 5G per garantire la connessione a Internet a miliardi di persone che ancora non ce l’hanno, è ormai un dato di fatto. Sempre più aziende, d’altronde, stanno investendo miliardi di dollari per costruire e lanciare in orbita le proprie flotte di satelliti attraverso i quali far circolare miliardi di gigabyte di dati e grazie ai quali sarà possibile offrire la connessione anche in aree difficili da raggiungere con i cavi tradizionali.

C’è una di queste società, però, che sta tentando qualcosa di ancor più avanzato: fornire la connessione via satellite anche agli smartphone tradizionali, non dotati dell’hardware necessario ad agganciare” il segnale dei satelliti. Questa società è una startup, si chiama Lynk e il 24 febbraio 2020 è riuscita ad inviare un messaggio di testo dallo spazio che è stato ricevuto da un normale smartphone Android. E questo, almeno in teoria, potrebbe rivelarsi una vera e propria rivoluzione.

Connessione dallo spazio: il messaggio di Lynk

Per testare la sua tecnologia Lynk ha inviato nello spazio, a bordo di un razzo SpaceX Falcon 9 (quelli di Elon Musk, per capirci), un piccolo satellite dal peso di circa 25 chilogrammi. Il satellite è stato inviato verso la stazione spaziale internazionale ISS, dove gli astronauti a bordo lo hanno collegato al veicolo spaziale Cygnus (sviluppato invece da Orbital Sciences Corporation e dall’italiana Thales Alenia Space). Il 31 gennaio 2020 il veicolo Cygnus, con il satellite a bordo, è stato scollegato dalla ISS e lanciato nell’orbita terrestre.

Il 24 febbraio il satellite di Lynk è riuscito a inviare il suo primo messaggio di testo ad uno smartphone Android: “Questo è un test“. Il messaggio è stato ricevuto, seppur senza le prime tre lettere, da un cellulare posizionato nelle Isole Falkland, a sud-est dell’Argentina. Il sogno di Lynk, adesso, è quello di lanciare in orbita migliaia di minisatelliti e di gestirli in collaborazione con gli oltre 30 operatori di connettività mobile con i quali collabora.

Connessione dallo spazio: perché Lynk è diversa

In molti si staranno chiedendo cosa ci sia di eccezionale nel test di Lynk. D’altronde sono ormai decenni che esistono i cellulari satellitari che sono perfettamente in grado di fare lo stesso. Altre aziende come Amazon, OneWeb e la stessa SpaceX, poi, hanno programmi simili. Ma l’idea di Lynk è diversa da tutte le altre: far comunicare un normale smartphone, senza un modulo di comunicazione satellitare, con un satellite che trasmette normali onde radio.

Amazon, invece, ha lanciato il “Project Kuiper” che prevede migliaia di satelliti che dialogano con stazioni a terra, le cosiddette “Amazon Web Services Ground Station“, che poi comunicano con i dispositivi fissi e mobili sulla superficie terrestre. OneWeb, che è ormai sull’orlo del fallimento, si basava sulla stessa impostazione: 74 satelliti che dialogavano con 44 stazioni terrestri. Anche il progetto Starlink di SpaceX prevede un funzionamento simile: piccoli satelliti e antenne terrestri dalle dimensioni simili a quelle di un cartone per la pizza, con gli smartphone degli utenti che si agganciano a queste antenne.

Samsung, Telesat e altri big del settore delle telecomunicazioni e dell’elettronica hanno tutti presentato progetti simili: una costellazione di satelliti che dialoga con i terminali terrestri tramite una qualche forma di interfaccia, sia essa centralizzata come le “ground station” di Amazon o diffusa, come le “pizze” di SpaceX.

Perché tutti lanciano satelliti

Trasmettere voce e dati tramite i satelliti non è, almeno al momento, lo standard di mercato. La fetta più grande del traffico Internet, oggi, viaggia infatti su enormi cavi sottomarini in fibra ottica. Google, Microsoft, Facebook, Teléfonica sono solo alcune delle aziende che hanno già investito decine di miliardi di dollari in dorsali sottomarine in fibra ottica.

Connettività via satellite

Le due tecnologie, quella terrestre e quella satellitare, hanno entrambe pregi e difetti ma la seconda ha qualcosa che la prima non potrà mai avere: l’indipendenza dal territorio. Se vuoi raggiungere l’Italia via satellite non devi passare dalla Francia, dalla Svizzera, dalla Slovenia o da nessun altro dei Paesi confinanti: metti in orbita un satellite sopra i cieli italiani e alcune stazioni a terra per ricevere il segnale.

La soluzione ideata da Lynk va anche oltre: non servono neanche le stazioni a terra, basta il satellite. Questa impostazione può avere anche un secondo vantaggio, da non sottovalutare, cioè quello che l’infrastruttura realizzata può essere usata anche per fini militari: posizioni un satellite sopra l’area interessata e fai arrivare a terra delle postazioni mobili per la ricezione e propagazione del segnale. Ancora una volta, e anche nel caso dell’uso per fini militari, la soluzione di Lynk è ancor più semplice perché non richiede neanche le postazioni a terra. Forse anche per questo tutti guardano con grande interesse a questa startup che, una volta stabilito che la connessione si può fare, deve solo lavorare ai due passi successivi: renderla stabile e affidabile e aumentare le sue prestazioni.

Fonte Fastweb.it

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